Milano. Dopo un tour che ha toccato Torino e Roma, il 25 aprile arriva a Palazzo Clerici, sede di Christie’s Italia, la preview dell’asta Milan Modern and Contemporary che quest’anno giunge alla sua terza edizione. 88 i lotti in catalogo che verranno battuti in due sessioni in programma martedì 28 (ore 19) e mercoledì 29 aprile (ore 15), con un’aspettativa tra gli 8.8 e i 13.2 milioni di euro. Sulla scia del solido risultato di 9.8 milioni di euro del 2014, l’asta di quest’anno offre un’ampia selezione di opere di alta qualità realizzate dai maestri del XX secolo che spopolano nelle Italian Sale londinesi. Da Lucio Fontana a Enrico Castellani, passando per Agostino Bonalumi e Paolo Scheggi, fino ad arrivare ai protagonisti dell’Arte Povera come Alighiero Boetti e Michelangelo Pistoletto. Ma non mancano in catalogo grandi nomi dell’arte moderna, come Giorgio Morandi e Gino Severini.
Fontana e Boetti protagonisti della evening sale
Modellata sul format delle Italian Sale, l’asta serale di martedì 28 aprile nella saleroom di Palazzo Clerici a Milano presenta 48 lotti, quasi tutti alla loro prima apparizione in asta e provenienti da importanti collezioni private. Tra le opere più prestigiose che saranno vendute in questa prima sessione, Intersuperficie curva dal rosso di Paolo Scheggi (lotto 3) in catalogo con una stima di 300-500 mila euro. Proveniente da una collezione privata europea, questo lavoro, eseguito nel 1963, è stato creato all’inizio della carriera tragicamente breve dell’artista, subito dopo il suo trasferimento dalla Toscana a Roma nel 1961.
Di grande pregio il lotto n. 9: un Concetto Spaziale di Lucio Fontana datato 1962 e offerto con una stima di 400-600 mila euro. Con un’unica e profonda fessura scavata nella superficie rosa incrostata di olio, quest’opera deriva dalla serie di Olii che l’artista inizia a dipingere nel 1960. In questa importante serie di opere monocrome, che aveva dato vita al ciclo delle Venezie nel 1961 e fonte d’ispirazione per le determinanti opere Fine di Dio del 1963, Fontana ha puntato ad incorporare le qualità materiali e malleabili del colore ad olio nella sua estetica spazialista. Principalmente bianchi o rosa carne, gli Olii rappresentano una controparte sensuale dei Buchi ed dei Tagli che l’artista produce nello stesso periodo. Passata di mano varie volte tra gli anni Ottanta e Novanta del XX secolo, quest’opera torna sul mercato dopo 20 anni.
Tra le 17 opere dell’artista italiano inserite in catalogo spicca, inoltre, Concetto Spaziale, Attesa (lotto 15) del 1964-65. Stimato 600-900 mila euro questo lavoro proviene dalla collezione di un gentiluomo italiano che l’ha acquistato nel 1980 dalla Collezione Valsecchi di Milano. E se si sono dovuti aspettare ben 35 anni per veder riapparire quest’opera in asta, ne sono passati invece solo 5 dall’ultima aggiudicazione del lotto 21: un Concetto Spaziale, attese (500-800 mila euro) del 1964. Proveniente dalla Collezione Dragone di Torino, quest’opera è stata acquistata dall’attuale proprietario per 493,730 euro il 15 ottobre 2010, durante la 20th Century Italian Art di Sotheby’s a Londra.
E un altro Concetto Spaziale, attese di assoluto pregio lo troviamo al n. 38 con una stima di 500-800 mila euro. Un’opera, questa, che torna sul mercato dopo 25 anni dal suo primo acquisto presso la Galleria Il Castello di Milano. Con i suoi quattro tagli eseguiti su uno sfondo celeste, questo Concetto spaziale, Attese datato 1960, rende omaggio all’artista e amico Yves Klein di cui Fontana fu precoce sostenitore, acquistando il suo primo monocromo in occasione dell’inaugurazione della mostra del giovane artista francese presso la Galleria Apollinaire a Milano. Ma di Fontana sono in catalogo anche tutta una serie di sculture (lotti 10-13) molto interessanti e che partono, come base d’asta, da stime tra gli 80 e i 100 mila euro. Un corpus di lavori non ancora adeguatamente apprezzato all’estero, ma che completa l’immagine artistica di un Lucio Fontana che per tutta la vita è stato legato alla scultura come mezzo espressivo.
Assieme a Fontana, l’altro protagonista della Milan Modern and Contemporary di Christie’s è certamente Alighiero Boetti, presente in catalogo con 11 opere, quasi tutte con stime ben al di sotto dei 100 mila euro. Fanno eccezione EMME I ELLE ELLE E… (lotto 18) presentata a 120-180 mila euro. Proveniente dalla collezione di Clino Trini Castelli – noto designer milanese e teorico del “no form” -, questo lavoro fa parte delle prime e importanti opere che Alighiero Boetti ha eseguito nel 1970, in cui le lettere maiuscole sono disposte in una griglia di quadrati, utilizzata come matrice dall’artista per le opere con ‘parole’ o i ‘linguaggi quadrati’. Condensando i concetti di linguaggio, ordine, e tempo, EMME I ELLE ELLE E presenta gli interessi principali di Alighiero Boetti.
Dalla stessa collezione, peraltro, provengono altre due opere fondamentali dell’Arte Povera. Ritratto di Clino del 1963 (stima 350 – 550 mila euro), uno dei primi ritratti su specchio della serie delle “veline”, in cui Michelangelo Pistoletto applicò veline dipinte su superfici lucidate a specchio. E Disegno 5 del 1962, sempre di Pistoletto (stima 80-120 mila euro). Oltre che formare un gruppo coeso e di grande rilevanza storica, queste opere testimoniano la grande amicizia tra Trini Castelli, Alighiero e Michelangelo. Allo stesso tempo, rappresentano un omaggio ad un intero periodo e attestano il grande fermento culturale e la profonda trasformazione dei linguaggi artistici di cui gli artisti furono partecipi in quegli anni.
Ma, tornando a Boetti il vero capolavoro in asta è quello che troviamo n. 31: Il progressivo svanire della consuetudine (stima 400-600 mila). Opera scelta per illustrare la copertina del catalogo, Il progressivo svanire della consuetudine fa parte di una serie raffinata iniziata nel 1972, in cui l’artista chiede ad un assortito numero di assistenti di riempire dei fogli con piccole linee tratteggiate da penne a biro colorate. Particolarmente rara perché composta da cinque pannelli – il catalogo generale dell’artista ne elenca appena 4 composte dallo stesso numero di elementi, tutti eseguite negli anni Settanta – l’opera, data 1974, torna per la prima volta sul mercato dal 1982, anno in cui entra a far parte della collezione privata che l’ha gelosamente custodita fino ad ora. Della stessa serie, peraltro, è presente in asta anche un secondo lavoro datato 1977 su quattro pannelli: Teresa Giancarlo Carlotta Beatrice.
Il 29 aprile è il giorno dei lotti più affordable
Se il 28 l’asta è quasi tutta concentrata su Fontana e Boetti (27 lotti su 48), la sessione pomeridiana del 29 aprile presenta una selezione di opere decisamente più varia ed economicamente accessibile: dei 49 lotti in vendita nessuno supera i 70 mila euro di stima massima e molti si mantengono sotto i 10-20 mila. E se anche non mancano Fontana e Boetti, l’attenzione in questo caso va certamente concentrata sugli artisti che ancora non sono protagonisti sul mercato globale: Turcato, Capogrossi, Vedova, Tancredi e Accardi, tanto per fare alcuni nomi.
A parità di prezzo, d’altronde, meglio acquistare un’opera di primo livello di un artista storicizzato non ancora super quotato, che un lavoro secondario di una star. In chiusura, però, ci piace sottolineare la presenza in catalogo, tra tanti artisti storici, anche di un “giovane” di cui abbiamo già parlato in passato e che ultimamente sta facendo molto bene in asta: Marcello Lo Giudice (N. 1957), presente in catalogo con Yellow / Sole del 2013 (stima: 5000-7000).