Per arrivare a Villa Cerruti bisogna abbandonare Torino. In effetti, Rivoli potrebbe facilmente essere considerata l’estensione naturale della metropoli piemontese e, percorrendo la statale verso le montagne, non ci si rende neppure conto di cambiare comune.
Poi, salendo la collina e lasciandosi alle spalle il sontuoso castello che ospita uno dei musei più europei d’Italia, ci si ritrova in un attimo davanti al cancello della Villa, tra giardini curati e osservando un panorama cittadino degno di un belvedere.
Per entrare dentro le stanze occorrono dei calzari speciali, per non danneggiare i tappeti che rivestono ogni pavimento. Fabio Cafagna, storico dell’arte e responsabile del catalogo della collezione, ci accoglie con grande entusiasmo e prima dell’intervista ci accompagna in un tour che ci lascia letteralmente senza parole.
Il patrimonio che ci troviamo davanti è il risultato della passione di Francesco Federico Cerruti, imprenditore di un’Italia che stava crescendo e di una Torino che ospitava mostre internazionali ed eventi certamente di alto livello.
Così Cerruti, attento frequentatore della vita culturale cittadina, da autodidatta è riuscito a comporre negli anni la sua collezione con pezzi di eccezionale bellezza e importanza artistica: da Rembrandt a Guido Reni, dagli impressionisti alle avanguardie, da Picasso ad Andy Warhol.
Pensata come casa in cui i genitori avrebbero dovuto trascorrere la loro vecchiaia distanti dal caos cittadino, ma mai utilizzata a questo scopo, nel tempo è diventata per Cerruti il luogo in cui poteva veder crescere la sua grande passione collezionistica e ospitare gli amici più stretti. La casa infatti vanta anche una cantina con vini d’annata, possiamo dire, anche loro parte di questa collezione speciale.
Dal 2019, la grande collezione privata è un museo aperto al pubblico, con un accordo firmato tra la Fondazione e il Castello di Rivoli che gestisce gli aspetti più operativi, come la biglietteria. Questo consente alla collezione e al progetto di Francesco Federico Cerruti di essere conosciuti e studiati.
Un anno fa, a seguito di un importante lavoro di documentazione, è stato pubblicato il catalogo generale della collezione, edito da Umberto Allemandi Editore. Sfolgiandolo è possibile immergersi nella casa museo, rileggere i documenti di archivio delle opere e capire la molteplicità delle tipologie di oggetti collezionati da Cerruti.
All’inizio del 2020 era stato avviato un ciclo di incontri (interrotto poi a causa della pandemia) che da quest’estate ha ripreso il suo corso e che prevede colloqui aperti mensili che coinvolgono storici dell’arte e studiosi di altre discipline nel racconto di questa splendida raccolta e focus sugli autori presenti in collezione: da Giovanni Boldini a Felice Casorati, da Agnolo Gaddi a Gino De Dominicis, ecc.
Ascoltare le parole di Fabio Cafagna è emozionante perchè pensare che la sola passione possa creare un vero e proprio museo, fatto di intrecci e collegamenti estitici e storici, rende Villa Cerruti qualcosa di unico.