La Casa d’Aste Meeting Art. Intervista con Alessandro Brughera che ci racconta la storia di un’attività sempre all’avanguardia e aperta all’innovazione. Dall’intuizione del fondatore Mario Carrara, che trasformò la sua galleria in una casa d’aste, fino ai giorni nostri.
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Gino Fienga: Come nasce Meeting Art e quali sono stati i fattori chiave del suo successo?
A.B.: Meeting Art nasce nel 1979 grazie all’intuizione del fondatore Mario Carrara, che trasformò una galleria d’arte moderna e contemporanea in una casa d’aste, introducendo un modello innovativo di vendita all’incanto. La sede di Vercelli si è rivelata una scelta vincente, perché situata in un’area strategica ma fuori dalle problematiche delle grandi città. Nel corso di 45 anni, la nostra realtà è cresciuta costantemente, diventando la prima casa d’aste in Italia, grazie anche a un team di esperti che ha affinato le proprie competenze sul campo. Se inizialmente ci occupavamo solo di arte moderna e contemporanea, negli anni abbiamo ampliato il raggio d’azione includendo tappeti orientali, orologi, gioielli, arte antica e dipinti dell’Ottocento.
G.F.:Qual è stato l’elemento di originalità che vi ha permesso di affermarvi?
A.B.: La nostra forza è stata la capacità di intercettare le novità del mercato e di adottare modalità di vendita innovative. Negli anni ’70, il concetto stesso di asta in Italia era ancora poco diffuso, a eccezione delle grandi case d’aste internazionali. Noi abbiamo anticipato i tempi, introducendo le aste online già negli anni ’90, tra i primi in Italia. Questo ci ha permesso di raggiungere un pubblico sempre più vasto, sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, abbiamo sempre prestato attenzione a tutte le fasce di mercato, proponendo aste con lotti di alta fascia e aste accessibili a un pubblico più ampio.
G.F.:Come è cambiato il mercato dell’arte e il profilo del collezionista?
A.B.: Negli ultimi anni, il mercato ha subito una forte evoluzione, e di conseguenza anche il nostro approccio operativo è cambiato. Oggi l’attenzione è sempre più rivolta alla selezione di opere di grande pregio, che attirano interesse sia in Italia che all’estero. Sebbene continuiamo a proporre un’ampia varietà di lotti, la tendenza attuale è quella di puntare sulla qualità, perché è ciò che il mercato richiede.
G.F.:È diventato più difficile reperire lotti prestigiosi?
A.B.: Sì, la concorrenza è molto più intensa. Tutti gli operatori del settore sono alla ricerca di pezzi importanti, sia le case d’asta che i privati. Tuttavia, l’asta offre un vantaggio unico: garantisce la massima visibilità e il miglior prezzo possibile per il venditore. Questo continua a renderla il canale preferito per chi desidera valorizzare le proprie opere.
G.F.:L’innovazione tecnologica è stata un punto di forza per Meeting Art. Come avete affrontato l’evoluzione digitale?
A.B.: Eravamo già pronti da tempo: le nostre aste erano trasmesse online fin dagli anni ’90, oltre a svolgersi in sala. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente ampliato l’offerta, introducendo anche aste notturne. Oggi Meeting Art realizza aste tutti i giorni della settimana, con eventi online dal lunedì al venerdì e aste in presenza nel weekend per le vendite più importanti. Il digitale è ormai imprescindibile e ci permette di raggiungere un pubblico internazionale sempre più ampio.
G.F.:Quali sono i mercati più attivi oltre all’Italia?
A.B.: Dipende dalla tipologia di opere. Per l’arte moderna e contemporanea, l’interesse è diffuso in tutta Europa, negli Stati Uniti e nei Paesi emergenti asiatici. Il nostro catalogo è consultato ogni anno da migliaia di collezionisti stranieri, con una partecipazione crescente dagli USA e dal Sud America.
G.F.:Il 2024 è stato un anno complesso per molti settori. Come si è chiuso per voi?
A.B.: Il nostro fatturato è rimasto sostanzialmente in linea con quello del 2023. Alcuni settori hanno registrato lievi cali, ma sono stati compensati da una crescita in altri ambiti. La tendenza più evidente è l’affermazione dei lotti di maggiore valore, che rappresentano sempre più il motore del mercato. Abbiamo avuto numerose aggiudicazioni superiori ai 100-150 mila euro, segno che la strategia di puntare sulla qualità è quella vincente.
G.F.:Ci sono stati risultati record da segnalare?
A.B.: Sì, diversi. Uno dei più significativi nel settore dell’antiquariato è stato un raro cofanetto trapanese in corallo, rame e argento, aggiudicato per 103.000 euro, un record per questa tipologia di oggetto. Inoltre, molte opere sono state dichiarate di interesse storico-artistico per il patrimonio nazionale, a conferma della qualità della nostra selezione.
G.F.:Quali sono le strategie per il 2025?
A.B.: Abbiamo in programma oltre 150 aste, con un format rinnovato. Nei weekend ci concentreremo su lotti selezionati di alta qualità, riducendone il numero per valorizzare ogni singolo pezzo. Continueremo anche con mostre nella Casa Museo dedicata al fondatore Mario Carrara, come quella su Sebastian Matta già prevista per la primavera. Inoltre, puntiamo a rafforzare i canali digitali e le vendite on-demand per rendere il processo d’acquisto ancora più accessibile.
G.F.:Quali errori deve evitare un collezionista quando partecipa a un’asta?
A.B.: Il più grande errore è rinunciare a un lotto che si ama per paura di superare un certo budget. L’arte offre spesso occasioni irripetibili e il rammarico di non aver acquistato un’opera può essere maggiore di quello per aver speso qualche euro in più. Inoltre, è importante distinguere tra acquisto per passione e investimento: il collezionista privato dovrebbe scegliere con il cuore, mentre chi opera per investimento deve avere una conoscenza approfondita delle dinamiche di mercato.
G.F.:Come si posiziona il mercato italiano rispetto a quello internazionale?
A.B.: Il mercato italiano è penalizzato da alcune restrizioni burocratiche, soprattutto per l’arte antica, che deve sottostare ai permessi di esportazione. Tuttavia, grazie alle piattaforme internazionali, stiamo assistendo a una crescente partecipazione di acquirenti stranieri. In molte aste, i lotti più ambiti vengono contesi esclusivamente da clienti esteri.
G.F.:Quali sono le prospettive future del mercato?
A.B.: La chiave del successo sarà la qualità e la rarità delle opere. Le collezioni private che emergono sul mercato attirano un interesse altissimo, mentre le opere più comuni stanno perdendo appeal. Il nostro obiettivo è continuare a proporre lotti esclusivi e mantenere Meeting Art ai vertici del settore.
Ha un’opera da far valutare? Meeting Art è a tua disposizione per questo.