Gallerie, Case d’Asta e Musei, assieme ad artisti e collezionisti, sono certamente i principali attori del Sistema dell’Arte contemporanea. Al suo interno, però, esiste una realtà in continuo sviluppo che spesso è poco nota al grande pubblico: quella delle Fondazioni.
Quando si pensa al collezionismo d’arte, in linea di massima, ci si immagina un fenomeno privato, basato su un rapporto intimo tra il collezionista e le sue opere. E in passato le cose stavano effettivamente così. Oggi, invece, sono sempre di più i collezionisti che compiono il grande passo di rendere pubbliche le proprie raccolte. Questo può avvenire in vario modo: prestando dei pezzi per una mostra, donando in parte o in toto la propria collezione ad un museo o dando vita ad un’organizzazione no profit e, nello specifico, ad una Fondazione che, magari, porta il loro nome.
Si tratta di istituzioni che spesso hanno la struttura di veri e propri musei privati e la cui collocazione all’interno del Sistema dell’Arte è molto particolare, situandosi, contemporaneamente, dal lato della domanda (acquisto di opere) e da quello dell’offerta (committenza). Oltre a svolgere un’importante attività nel campo della diffusione culturale – organizzando mostre e programmi dedicati al grande pubblico – e di sostegno delle arti, sono molte le Fondazioni che, anche nel nostro Paese, bandiscono concorsi per artisti o danno loro la possibilità di residenze in Italia o all’estero, contribuendo, così, alla loro crescita.
Proprio per questa loro particolarità, le Fondazioni danno un contributo fondamentale per lo sviluppo e la tenuta del Sistema dell’Arte. In particolare quando queste nascono in comunità dove i finanziamenti pubblici per le arti sono estremamente esigui. E’ il caso, ad esempio, della Contemporary Arts Foundation (CAF) della coppia di collezionisti americani Donald e Mera Rubell. Nata nel 1994 a Miami come estensione della Rubell Family Collection di New York, la CAF ha contribuito in modo sostanziale alla rinascita culturale di Miami, organizzando letture pubbliche e mostre tematiche che prendono spunto dalla collezione dei coniugi Rubell, che raccoglie opere sia di artisti internazionali consolidati, ma anche tanti lavori di talenti emergenti che, grazie ad un programma di prestiti, girano oggi nei principali musei del mondo. E come se non bastasse, la Fondazione mette a disposizione del pubblico una biblioteca di arte contemporanea che conta oltre 40mila volumi.
Ma il mondo delle Fondazioni non si limita all’iniziativa di singoli collezionisti. E se ne esistono alcune dedicate alla figura di artisti ormai scomparsi – di cui curano l’immagine e promuovono lo studio – , molte nascono per rendere più efficiente la gestione di importanti Musei o di interi Poli Museali. Si pensi, tanto per rimanere all’interno dei confini nazionali, alla Fondazione Musei Civici di Venezia, che oggi rappresenta, in Italia, un modello gestionale d’eccellenza, oppure alla Fondazione MAXXI. Altre sono nate su iniziativa di imprenditori legati per vie traverse al mondo dell’arte: un esempio ne è la Fondazione Hangar Bicocca di Milano, voluta da Pirelli per la produzione e la promozione dell’arte contemporanea e che, ad un ricco programma espositivo, affianca numerose attività dedicate a bambini e famiglie. E, infine, per quanto riguarda l’Italia, esistono le Fondazioni di Origine Bancaria (FOB) che posseggono interessantissime collezioni d’arte (oggi fruibili anche online grazie al progetto R’accolte) e rappresentano, in tempi di assoluta mancanza di fondi per la cultura, anche un vero è proprio asse portante per questo settore. Pensate che negli ultimi 10 anni le FOB hanno erogato alla cultura oltre 5 miliardi di euro.
Passare in rassegna tutte le Fondazioni, anche solo limitandosi all’Italia, sarebbe ovviamente noioso oltre che impossibile. Solo di quelle Bancarie, in Italia, ne esistono 88, ma si tratta di una realtà che collezionisti e appassionati d’arte non possono non tenere in considerazione. E questo non solo per la preziosa attività di sostegno economico, diffusione culturale, valorizzazione e sviluppo dell’arte che esse svolgono (onore al merito), ma per le stesse collezioni che queste conservano.
Visitarle può essere un’esperienza estremamente interessante ed educativa, sia dal punto di vista storico-artistico che da quello del collezionismo, avendo l’opportunità di scoprire le infinite modalità con cui si può interpretare questa pratica. C’è la raccolta dedicata al singolo artista, come quella che potete trovare alla Fondazione Ado Furlan di Spilimbergo o la Fondazione Lucio Fontana di Milano; quella che affronta un singolo medium artistico, come la Fondazione Fotografia di Modena o la Fondazione Alinari di Firenze. Ci sono Fondazioni che puntano sull’arte giovane, come la Fondazione Giuliani per l’Arte Contemporanea di Roma, e quella che vi apre le “segrete stanze” del collezionista. E’ il caso della Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Fino ad arrivare alla collezione, di grande valore identitario, che permette un focus sulla storia dell’arte di una determinata zona, come avviene spesso in quelle possedute da Fondazioni di Origine Bancaria, molto legate al territorio di origine.
La lista sarebbe veramente lunga e presto spero di pubblicare un’apposita sezione su Collezione da Tiffany che serva, quanto meno, da primo orientamento. Quello che mi premeva, in questo momento, invece, era attirare la vostra attenzione su questo “angolo” del Sistema dell’Arte che ha un’importanza oserei dire strategica (sia in termini economici che culturali), ma che spesso non è adeguatamente valorizzata o conosciuta. Di fatto, l’unica operazione di “divulgazione” legata a questo mondo la si deve al Giornale dell’Arte che ogni anno, a gennaio, dedica uno dei suoi Rapporti proprio alle Fondazioni.